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17 dicembre 2010

Eptacaidecafobia.

Brutta giornata oggi, per chi soffre di eptacaidecafobia: è il 17 ed è pure venerdì. C'è chi oggi non si muove di casa per timore che accada chissà quale cataclisma.

L'eptacaidecafobia (dal greco 'epta' (επτά) = 'sette', 'kai' (και) = 'e', 'deca' (δεκα) = 'dieci' e 'fobia' (φοβία) = 'paura') è il timore irrazionale che il numero 17 suscita nelle persone superstiziose.
È risaputo che il numero 17 è oggetto di attenzioni particolari a ogni livello e non solo da chi è superstizioso, ma anche da coloro che in forza di tale superstizione potrebbero avere uno svantaggio economico. In molte stazioni ferroviarie non esiste il binario numero 17, sugli aerei non esiste la fila di sedili numero 17, in Formula 1 non esiste la vettura numero 17 e in molti alberghi la camera numero 17 è bandita: il timore è che i clienti rifiutino di pagare per stare in un luogo identificato dall'infausto numero e quindi si fa prevenzione cassando il 17.

Difficile dire quale sia la vera origine dell'avversione per il numero 17.
C'è chi l'attribuisce al fatto che l'anagramma del 17 scritto in numeri romani (XVII) sia "VIXI", che in latino significa "ho vissuto" e che ai tempi della Roma antica veniva scolpito sulle lapidi funerarie. Tale richiamo alla morte non è ben visto da molti superstiziosi.
Secondo la Smorfia napoletana il 17 è 'a disgrazia 

Quanto al venerdì, viene considerato infausto perchè secondo le Scritture sarebbe il giorno della morte di Gesù Cristo. In epoca romana il venerdì era giorno di 'scadenze tecniche' nient'affatto gradite al popolo, perché di venerdì si dava esecuzione alle sentenze di condanna a morte e sempre di venerdì aveva luogo l'esazione delle tasse.

Personalmente non credo che un numero, una giornata, un micio nero, un po' di sale versato, uno specchio rotto, il passar sotto una scala o il colore viola possano influenzare negativamente il corso della mia vita.
Adoro i gatti, quindi anche quelli neri che nell'Egitto dei faraoni erano considerati sacri e adorati; addirittura se scoppiava un incendio in una casa dove c'era un gatto, questo doveva essere messo al sicuro prima di ogni altra persona o cosa. 
In un'altra "civiltà", la nostra, i gatti neri sono invece stati associati alla stregoneria e anche loro hanno dovuto subire la Shoah storica ad opera dell'Inquisizione che li metteva al rogo come esseri vicini al demonio; ma per i mici neri non è ancora finita, ancor oggi devono subire una Shoah permanente perché ci sono automobilisti i quali vedendone uno che tenta di attraversare la strada davanti a loro fanno il possibile per arrotarlo deliberatamente. 
L'ho visto con i miei occhi più di una volta, che tristezza lo spettacolo desolante dell'ignoranza e della stupidità umana...

Per quasi 40 anni ho abitato in una casa sotto il cui tetto c'era il nido di una famiglia di civette. Di notte le ho sempre sentite lanciare i loro richiami e tutt'al più sbuffavo perché m'impedivano di prender sonno, ma certo non ho mai pensato che potessero portarmi sfortuna o presagire morte e disgrazie. 
Al contrario mi piaceva l'idea che l'animale simbolo di Athena, dea delle arti, della saggezza e della sapienza, avesse eletto la mia casa come suo luogo di dimora.

Chissà in quanti, oggi, limiteranno al minimo le attività per timore del venerdì 17. Magari si perderanno qualche ottima occasione, ma non lo sapranno mai. Per loro fortuna.

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